Il bambino ed il terapeuta lavorano con una scatola di giocattoli, nell’ottica di sviluppare fantasie e storie che il bambino non riesce a costruire. Anche con gli adolescenti e gli adulti si lavora con una scatola di giocattoli, ma è metaforica. Partendo dal presupposto che la sofferenza psichica nasce da una insufficiente e confusa capacità di sentire, pensare e sognare occorre esplorare e sviluppare gli apparati preposti a tali attività.

Nella stanza si apre così uno spazio di lavoro dove osservare insieme i comportamenti disfunzionali per comprendere il disagio psicologico che li sostiene, osservare le parti di sè che difendono tali comportamenti per soddisfare bisogni infantili e paure profonde. Il terapeuta offre al paziente la propria “scatola di attrezzi” per mettersi in ascolto delle sensazioni che la vita propone.